lunedì 30 maggio 2011

Olawa… il Terzo Potere…

Quarto potere (Citizen Kane) e’ una bellissima pellicola di Orson Wells in cui vengono narrate le peripezie del ricchissimo Charles Foster Kane, magnate  del quarto potere, i mass media, che tradizionalmente vengono dopo i tre poteri dello stato: legislativo, esecutivo e giudiziario, che in ogni democrazia devono restare separati ed indipendenti. Il quinto potere potrebbe essere quello religioso (alle volte diventa il primo) data la sua influenza nella vita delle persone. Ho imparato che qui alle Comore esistono solo 3 poteri…

Il primo potere e’ il potere dello Stato. Tutto quello che viene regolato e giudicato dalle leggi scritte viene considerato competenza dello Stato. Non viene visto diviso nelle sue tre forme: legislativo, esecutivo e giudiziario, come in occidente, ma considerato un corpo unico e soprattutto viene visto come qualcosa di distante dalla vita di tutti i giorni. Un mondo ricco di privilegi, come la nobilta’ medievale. Basti pensare che il Presidente dello Stato guadagna piu’ del nostro Presidente della Repubblica, piu’ di un milione di euro ogni anno e lascia il suo paese in miseria.

Il potere d’informazione in sostanza non esiste. In un paese in cui non c’e’ sempre disponibilita’ di energia elettrica per i continui black-out, nè copertura telematica su tutto il territorio, le televisioni e le radio non giungono in tutte le case a portare notizie. Le informazioni arrivano grazie ad un tortuoso telefono senza fili che parte dalla capitale, unico luogo in cui ho visto dei quotidiani.

Il secondo potere e’ il potere della religione e considerando che siamo in uno Stato islamico debbo dire che e’ veramente forte, dato che regola ogni singolo momento della vita delle persone dall’alba al tramonto. Io provengo da un Paese, l’Italia, in cui secondo me l’influenza della religione alle volte sconfina nell’ingerenza; beh devo dire che ringrazio gli dei del Kaos (inteso come forze della natura) per non essere nato qui. Fatto importante da notare e’ che il potere religioso e’ ubiquitario: piu’ ci si allontana dalla capitale il potere religioso rimane mentre quello dello Stato si affievolisce e nei villaggi praticamente scompare, soppiantato dal terzo potere: i Grand Notable.

Alle Comore esiste la tradizione del Gran Marriage, che non e’ un semplice grande matrimonio, e’ una sorta di ingresso nella societa’ che conta. Lo sposo deve pagare dai 2 ai 9 giorni di festeggiamenti pubblici ma deve anche dare una ricca dote in oro alla sposa, che lei terra’ in caso di eventuale divorzio. Artadji mi ha detto che si parla di svariate migliaia di euro e molte persone fanno una vita grama di continui risparmi pur di elevare il proprio status, perche’ tutte queste spese daranno loro il diritto di indossare una particolare cintura chiamata m’ruma e diventare Grand Notable.
Essi sono l’elite della societa’ e il loro potere nei villaggi e’ enorme. Siedono nella bangwe, l’assemblea cittadina che prende  le decisioni per il villaggio. Quando discutono nessuno li contraddice ne’ li interrompe. Spesso sono coloro che cercano di appianare i conflitti familiari e di portare alla ragione lo sposo. Ma se qualcuno manca loro di rispetto (spesso sono i giovani a farlo) o lo sposo non vuole sentire ragioni o peggio vengono offesi, allora ecco che viene pronunciata la parola “Olawa”.

Chi subisce questa sentenza diviene immediatamente un paria, un senza casta, bandito dalla vita sociale del villaggio. Nessuno vorra’ piu’ accoglierlo in casa, dargli un piatto di minestra, fare affari con lui o vederlo. E’ una condanna alla solitudine che in un posto come l’Africa, in cui il singolo e’ nulla e si esiste solo in quanto parte di una comunita’, e’ una pena peggiore della morte. Di solito quando si subisce questa sentenza, si puo’ pagare una multa per l’offesa arrecata, oppure un altro Grand Notable puo’ intercedere per te. Ecco perche’ i villaggi cercano di avere un Grand Notable tra di loro, per contrastare il potere di “Olawa”, per non dover restare da soli…

2 commenti:

  1. Buongiorno Xeno,
    Ti contatto tramite commento perché non ho trovato nessun altro modo per farlo.
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    Silvia

    silvia [at] paperblog.com
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  2. "il coltello non è né vero né falso, ma chi lo impugna per la lama, sbaglia" (da Il Monte Analogo di René Daumal).
    Chissà cosa ne pensa un Grand Notable a riguardo.
    E chissà che tu non abbia trovato il tuo monte analogo scalando il Karthalà.

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